FOCUS SUL FILTRO ABITACOLO DELL'AUTOMOBILE

28.02.2016 22:01

A causa dell’aumento del traffico globale e del peggioramento dei livelli d'inquinamento, siamo esposti all'attacco di svariati inquinanti che penetrano all'interno del veicolo tramite le aperture di ventilazione o del sistema di condizionamento. L'esposizione prolungata ad elevati livelli di inquinamento può avere un effetto nocivo sulla salute degli occupanti del veicolo. Con il tempo i microorganismi si accumulano nell’abitacolo mettendo a rischio la salute e la sicurezza dei passeggeri. L’elevata concentrazione dei batteri all’interno dell’abitacolo (fino a 8 volte più del normale) può portare a irritazioni delle mucose, lacrimazione eccessiva, mal di testa, nausea, reazione allergiche.

Tutte le autovetture sono dotate di un sistema di filtrazione dell’aria esterna che permette un’efficace abbattimento della concentrazione di inquinanti presenti nell’aria sotto forma di particelle invisibili dette microparticelle (PM10, PM2,5). I filtri consentono anche di ridurre sensibilmente la concentrazione di pollini, polveri di asfalto, batteri, spore.

In qualunque posto ci ritroviamo, in città, su una strada di campagna o su un’autostrada, siamo sempre in contatto diretto con l’inquinamento dell’aria, sottoforma di gas o particelle, che indirettamente si può introdurre nell’abitacolo del nostro veicolo.

Inoltre, se consideriamo che molti di noi trascorrono diverse ore della giornata in automobile (soprattutto se la utilizziamo per raggiungere il posto di lavoro) allora il problema dell’inquinamento nell’abitacolo dell’autovettura non è assolutamente da sottovalutare per i soggetti allergici.

Pertanto, risulta necessario provvedere alla manutenzione periodica del sistema filtrante dell’automobile per garantire che all’interno del veicolo entri aria più sana e pulita.

La manutenzione va fatta sia in inverno che in primavera, facendo attenzione ad impiegare filtri di ottima qualità che diano idonea garanzia di filtrazione delle particelle più dannose e allergizzanti.

Purtoppo, nella maggior parte dei casi le autofficine non sono particolamente sensibili alla problematica e spesso provvedono all’installazione di filtri abitacolo economici e di scarsa qualità che non assolvono appieno alla funzione richiesta.

Dovrebbe essere, invece, nostro interesse richiedere l’installazione di filtri ad alta efficienza filtrante, e il rilascio della certificazione del filtro impiegato che attesti le caratteristiche tecniche dello stesso in relazione al potere filtrante.

Sul mercato, infatti, esistono numerosissimi prodotti che apparentemente risultano tutti uguali, ma che in realtà presentano proprietà molto differenti tra loro.

I filtri aria abitacolo, anche se apparentemente sembrano semplici, racchiudono in loro diverse tecnologie.

Per chi non è del settore è difficile valutare esattamente la qualità tecnica di un filtro, per questo cercherò di dare qualche suggerimento qui di seguito.

Innanzi tutto i materiali filtranti:

Questi sono chiaramente alla base dell’efficienza del filtro. Per realizzare filtri abitacolo si impiegano generalmente due tipi di materiale:

  • particellare, adatto a filtrare il particolato;
  • a carbone attivo, il quale oltre a possedere azione filtrante nei confronti del particolato, viene associata l’azione filtrante nei confronti delle sostanze gassose, svolta dal carbone attivo.

Materiali filtranti particellari.

I sistemi generalmente più impiegati sono a “setaccio”.

Vediamo in dettaglio cosa si intende per sistema a “setaccio”. Il materiale filtrante è simile a un tessuto piuttosto rigido, la cui porosità è realizzata da una serie di fibre intrecciate tra loro. E’ chiaro che normalmente maggiore è il numero delle fibre più chiusi sono i “pori”. L’aria contenente il particolato inquinante attraversa il tessuto passando per i “pori”, il particolato che ha una dimensione maggiore non passa.

 

Con il passare del tempo il particolato, che si deposita sulla parte a monte del filtro, crea la cosiddetta “torta” che accresce sempre più l’efficienza. E’ evidente, che ai fini della qualità iniziale del filtro è importante che la porosità del materiale filtrante sia relativamente chiusa. Normalmente esiste un rapporto tra peso al mq e efficienza del materiale filtrante. Ora i materiali filtranti in virtù proprio di come sono composti spesso vengono venduti a peso, è chiaro, che qualche fabbricante può essere indotto ad usare un materiale più leggero a tutto scapito dell’efficienza (pori molto aperti).

In alcuni casi si associa anche una componente elettrostatica all’effetto setaccio, tuttavia questa non è molto usata perché le fibre caricate perdono rapidamente la carica elettrostatica, con conseguente rilascio del particolato.

Altro aspetto molto importante sono i componenti base, impiegati per fabbricare il materiale filtrante. Per produrre i materiali filtranti, impiegabili per la filtrazione dell’aria ambiente, bisogna utilizzare materiali atossici!!!

Per questa ragione, per esempio i tessuti non tessuti base cellulosa devono impiegare come leganti delle resine Epossidiche, che non rilasciano sostanze nocive. Un buon filtro deve essere composto da materiale tessuti non tessuti base poliestere ad alta efficienza, esenti da componenti tossici con grammatura di 120-140 gr/Mq.

Materiali a carbone attivo.

Il materiale filtrante al carbone attivo si può immaginare di scomporlo in due parti: la prima è un tessuto filtrante con lo scopo di trattenere il particolato, mentre la seconda è composta da dei granuli di carbone attivo, atto ad assorbire alcuni tipi di inquinanti gassosi. Con questo tipo di materiale sono rilevanti due parametri: L’efficienza del materiale filtrante e la quantità di carbone attivo in granuli.

Il primo trattiene il particolato, come nel caso dei filtri particellari, quindi per questo vale quanto scritto sopra. Mentre per il carbone attivo bisogna dire, che la sua efficacia è direttamente proporzionale alla qualità e all’efficienza del filtro particellare; infatti, se questo è poco efficiente lascerà passare del particolato, che otturerà i pori, riducendone rapidamente l’effetto. Altro particolare importante è il legante impiegato per legare i granuli, in alcuni materiali si mescola ai granuli della polvere di collante a caldo, che sciogliendosi lega i granuli al materiale filtrante. Purtroppo il collante ottura anche parte dei pori riducendo l’efficacia. Nel materiale da noi impiegato i granuli vengono imprigionati tra le fibre evitando così di otturare i pori.

Il carbone attivo svolge un’azione “ammortizzante” nei confronti degli inquinanti gassosi, sostanzialmente cerca di assorbire le concentrazioni più elevate rilasciandole lentamente. Evitando così di farcele percepire e di far raggiungere delle concentrazioni pericolose. E’ chiaro quindi, che maggiore è la quantità di carbone attivo per filtro maggiore sarà la sua capacità di assorbire gli inquinanti.

Struttura e forma del filtro.

Partendo dal concetto, che i filtri devono essere perfettamente intercambiabili con l’originale .Si può eventualmente impiegare un altro sistema produttivo, ma questo non deve assolutamente comprometterne l’efficienza, la rigidità, l’intercambiabilità e la tenuta del filtro rispetto al suo alloggiamento.

Spesso si vedono sul mercato, filtri realizzati senza la valutazione dell’effettiva necessità dei rinforzi sulle testate del filtro, senza le guarnizioni o sistemi di tenuta, o che assolutamente non sono intercambiabili e che neanche assomigliano all’originale.

Un filtro con uno scarso sistema di tenuta pregiudica l’efficienza di tutto il filtro. Un filtro strutturalmente debole può muoversi dall’alloggiamento sulla vettura e non solo far venir meno la tenuta, ma può causare anche dei danni, per esempio, cadendo sulla ventola.

 

Molto importanti sono anche le maniglie per inserire o rimuovere il filtro dal suo alloggiamento, vero che in alcuni casi sono superflue, ma in certi casi sono necessarie o quantomeno molto comode.